AFFIDAMENTO E "SOTTRAZIONE DI MINORE"

Si sa, la parola divorzio è entrata sempre più insistentemente a far parte del vocabolario quotidiano delle coppie italiane. E mentre ci si scontra su termini come casa, beni immobili, vendette e rancori, spesso ci si dimentica di quelli che in tutto questo subiscono le dirette conseguenze: i minori.
Sempre più spesso sento parlare di una vera e propria "sottrazione di minore" da parte di madri che negano al padre la possibilità di vedere il proprio figlio, di parlargli o di passare con lui anche solo un giorno a settimana.
Sento d'altro canto padri mossi dalla vendetta o dall’odio, rivolgersi ai Tribunali per chiedere l’affidamento esclusivo del proprio figlio, e con ancora più sgomento sono costretta a vederli premiati dai tribunali stessi perché in condizioni economiche migliori rispetto alla madre.
Sono persino stati istituiti centri di affidamento di minore a famiglie estranee ma benestanti sostitutive della madre che non ce la a pagare l’affitto, che non ha un reddito fisso e che a stento riesce a mangiare.
I tribunali si sono anche dimostrati più sensibili alle sofferenze dei minori proclamando una loro maggiore tutela materiale e psicologica.
Mai nessuno, però, lo Stato in primis, si pone il problema di aiutare il genitore che vive di stenti e che si deve vedere portare via il proprio figlio solo perché non riesce a sfamare entrambi.
La Legge 149 del 2001 sull’affidamento temporaneo recita che “Si può ottenere l’affidamento temporaneo di un minore quando la sua famiglia d’origine non è in grado di assicurargli l’assistenza morale e materiale….” ; e io continuo a chiedermi perché invece la legge non decida di aiutare materialmente le famiglie che non possono allevare e vedere crescere il proprio bambino, negandogli quell’amore e quell’affetto che non sarebbe mai lo stesso se dato da altri, o anche da uno solo dei due coniugi.

Privare un minore della propria famiglia, dovrebbe avvenire solo in caso di violenza domestica, abusi, maltrattamenti o mancanza di responsabilità da parte del genitore stesso.
Mi sento di incoraggiare tutte quelle madri o quei padri che subiscono tale ingiustizia da parte della legge a non arrendersi e combattere per ottenere quell’aiuto materiale che spesso invece in caso di stranieri, immigrati o ragazze madri, più che giustamente, viene riconosciuto e concesso.
Invito inoltre i giudici che si limitano a rispettare la legge a riflettere quanto buono possa essere un genitore che chiede l’affidamento esclusivo del proprio figlio negando allo stesso l’amore dell’altro coniuge.

articolo di Claudia Lo Verde, studentessa di Scienze Politiche all'Università di Bologna
Ringraziamo Claudia per il suo prezioso contributo. Presto il nostro sito si occuperà anche di problemi attinenti alla separazione, al divorzio e ai minori coinvolti.